Da diversi secoli si è evidenziata l’efficacia della crenoterapia in ginecologia, e non si pensi che questa sia tramontata o in disuso ai nostri giorni. Ne è la riprova la quantità e qualità di relazioni e statistiche pubblicate dal 1980 in poi in poi, alcune del 1993-1995, e ciò avvenuto in tante nazioni e continenti. C’è stato un interessamento costante di ginecologi che hanno dimostrato l’efficacia terapeutica della crenoterapia: per citarne alcuni, Università di Rostock (Germania), Istituto di Clinica ostetricia- ginecologica, Università di Parma Harroyo Hurtado Messico, Università Resort (Polonia) con indagine su alcune migliaia di donne in tre anni, Università Obaperni Awolowo (Nigeria), e naturalmente anche la mia esperienza personale dovuta a 53 anni di professione. In questa relazione, come dal titolo, mi soffermerò sulla malattia infiammatoria pelvica sensibile alla terapia termale. E’ ovvio che vengono escluse quelle forme croniche concomitanti a neoplasie o tubercolosi.
Negli ultimi 50 anni la farmacologia è tanto progredita nelle forme acute, subacute e croniche; mi riferisco ai sulfamidici, agli antibiotici per via generale e topica, le associazioni di più farmaci con tutta la serie di antinfiammatori. In diverse statistiche, rigorosamente controllate è stato dimostrato che l’efficacia delle cure termali (bagni, fanghi, irrigazioni) con assoluta esclusione di terapia farmacologica non è stata inferiore a quella con antibiotici. Una prima considerazione viene immediata: quante donne con flogosi pelvica sono allergiche ai sopracitati medicinali specie agli antibiotici? Quanti germi sono resistenti a chemioterapici, antinfiammatori, antibiotici ed atri farmaci? L’Università di Rostock ha investigato su 57 pazienti, affette da infiammazione pelvica, diagnosticata anche come laparascopia! Di queste 30 furono sottoposte a terapia termale (fanghi, bagni minerali, lavande vaginali), 37 con tetracicline, metromidazolo. Ebbene al controllo laparoscopico dopo 12 settimane si ebbero risultati similari con riduzione più spiccata della sintomatologia dolorosa addominale e con aderenze meno severe nelle 30 trattate con terapia termale. Viene definita malattia infiammatoria pelvica quella a partenza ovarica o/e salpingitica con andamento sub-acuto e cronico e che, certamente, influisce sulla insorgenza delle gravidanze extrauterine e sulla sterilità. Non possiamo poi escludere le metropatie e le vaginiti. In tutto questo quadro patologico le affezioni si giovano della terapia termale con acque salsobromoiodiche, sulfuree e radioattive, somministrate per bagni, fanghi, irrigazioni, aumentando gradatamente densità e temperatura. L’Università di Parma in un lavoro che riguardava la crenoterapia nella flogosi pelviche praticate presso le Terme di Salsomaggiore, prese in esame 539 casi. I risultati pubblicati furono i seguenti: guarigioni 106, miglioramenti 390, invariati 43. Credo di dover accennare a questo punto al rapporto sterilità – Terme, problema che per tanti decenni interessò il mondo medico in generale e specialistico.
Oggi si può affermare che progresse flogosi tubariche ed uterine, causa di sterilità non definitiva, con adeguata terapia termale possa risolvere il problema ed avere quindi gravidanze dal 35% al 45% dei casi; nei rimanenti in grande maggioranza, sensibile miglioramento dei disturbi. Avrei potuto accennare al varicocele pelvico, a particolari disturbi della menopausa con distrofia genitale, rapportate alla crenoterapia, ma ciò non riguarda questa breve relazione. Concludo aggiungendo il mio convincimento dovuto a tanti casi e tanti anni di professione ginecologica che il rapporto ginecologia – terme esiste e sempre continuerà ad esistere. Per questa particolare patologia il primo posto è indubbiamente per le stazioni termali con acque salsobromoiodiche. Queste acque minerali hanno una azione locale sui tessuti, sui singoli apparati ed azione specifica su tutto l’organismo. Bibliografia: Ginekologia Polska Vol.51(&) Università di Rostock (Germania) ostetricia – ginecologia Clinica ostetrica – ginecologica di Parma Harroyo Hurtado R. – Messico Università di Nigeria Obafemi Awolowo