Da tempo immemorabile le acque termali sono state usate nelle affezioni del cavo orale. Plinio il Vecchio descrive come " denti e gengive traggono benefici da lavaggi ripetuti con acque solfuree". E’ questa una delle tante testimonianze di una terapia efficacissima della quale però solo recentemente cominciamo a conoscere il meccanismo di Azione.
Aumento delle potenziali di Ossido-riduzione, aumento delle attività catalittiche, enzimatiche, particolare orientamento delle molecole dell’acqua fra loro ed infine molecole dell’acqua con diverse strutture isotopiche (Es. 16H20,18H20, 16HD0) sono tutti fattori che possono determinare le Azioni terapeutiche delle cure idrologiche. Oggi l’idrologia medica si identifica con la clinica delle malattie che si curano con le acque termali; la cura con le acque minerali è detta anche Crenoterapia. Per Idroterapia si intende la cura fatta mediante varie modalità di applicazione di acqua comune (o minerale) e per cura Idropinica si intende la cura fatta usando le acque minerali per bevande. Ma le acque minerali, oltre che per bevande possono essere usate per inalazione, irrigazione, per bagni parziali o generali, per fanghi. Le cure termali possono distinguersi: Azioni locali esterne sulla pelle, sulle mucose, sui tessuti con il quale il mezzo termale viene a contatto. Azioni sui singoli apparati verso i quali il mezzo termale è capace di esercitare un’azione particolare Azioni generali su tutto l’organismo conseguenti all’assorbimento. Azione generale aspecifica, che da reazioni simili a quelle ottenibili con la stimoloterapia aspecifica. La moderna medicina sperimentale suggerisce una durata delle cure termali identificabile, nella durata di due o tre settimane. Nell’ambito odontoiatrico i risultati migliori si hanno nel trattamento delle affezioni paradontali. Vengono chiamate paradontopatie tutti i processi patologici che si verificano nel paradonto e che di norma hanno un decorso cronico, se non vengono interrotte da fasi acute e subacute. Le paradontopatie, assieme alle carie sono una delle patologie più diffuse in assoluto.
Nell’eziologia delle malattie paradontali si distinguono essenzialmente: Infezione paradontale marginale causata dalla placca batterica Disturbi funzionali Disturbi endogeni Le caratteristiche cliniche più importanti dell’infiammazione gengivale avanzata sono la formazione di tasche, le alterazioni ulcerose dell’epitelio marginale e l’essudazione, la distruzione del processo alveolare e del legamento paradontale, la maggiore mobilità e migrazione dentaria ed infine la perdita dei denti. L’approccio terapeutico nelle affezioni paradontali è basato su un’accurata igiene orale, l’identificazione di eventuali malattie sistemiche ed eventuale trattamento chirurgico. L’uso delle acque termali è indicato nelle malattie paradontali sotto forma di irrigazioni orali, dopo l’esecuzione di una accurata igiene orale professionali. Le acque maggiormente usate in campo odontoiatrico sono le acque salsoiodiche e solfuree (acque salse). Le acque salsoiodiche posseggono un’azione generale ed una locale. Naturalmente ad uno stomatologo interessa maggiormente l’azione locale che si esplica a carica delle mucose con una azione dapprima congestizia e stimolante il microcircolo e successivamente con un effetto depurativo. Scientificamente il processo è spiegabile con un aumento apporto di ossigeno tramite il microcircolo, un aumento degli anticorpi di superficie (soprattutto IGA) ed una intensa azione decongestionante per attivazione degli scambi interstiziali. Le acque in questi casi vengono usate soprattutto per le applicazioni esterne, a temperatura corporea (37°-38° circa) sotto forma di irrigazione o docce orali per un totale di 15-20 sedute. Sono indicate in tutti i processi infiammatori del sistema stomatognatico. Queste acque sono caratterizzate dalla presenza di una rilevante quantità di cloruro di sodio. Sono presenti in proporzioni pure considerevoli, iodio, bromo, litio, acido borico, calcio, magnesio, ammonio acido.
Le acque solfuree sono tutte quelle che contengono solfo bivalente ed in questo vasto gruppo quelle che più interessano l’odontostomatologo sono le acque solfuree salsobromoiodiche. Tivoli, Genga,Tabiano, Sirmione sono alcune località dove è possibile ritrovare tali acque. Anche in questo caso ci interesserà maggiormente l’azione locale che sarà tanto maggiore quanto maggiore è la quantità di solfo assorbito dalle mucose.
L’azione è dapprima violenta con aumento della componente infiammatoria per poi passare rapidamente ad una azione decongestionante e curativa. Particolarità di queste acque è l’apporto di gruppi sulfidrilici con notevole aumento delle ‘attività catalitica enzimatica ed una aumentata velocità dei processi reattivi. Anche queste acque come le precedenti vanno usate per docce ed irrigazioni orali in cicli da 15-20 sedute.
A livello delle mucose hanno una azione anticatarrale e antiflogistica. Da quanto detto risulta indiscusso il beneficio di queste acque nel trattamento di molte forme di malattie paradontali, in quanto l’azione di queste non si limita ad una semplice azione locale, ma il più delle volte ad una azione generale riguardante diversi organi ed apparati.